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Tuesday, May 14, 2019

Otorinolaringoiatria

Stenosi laringee dell'adulto

Publication date: February 2019

Source: EMC - Otorinolaringoiatria, Volume 18, Issue 1

Author(s): A. Lagier, F. Gorostidi, P. Demez, K. Sandu

Le stenosi laringee e tracheali sono un restringimento patologico della filiera aerea di uno o più piani della laringe (sopraglottico, glottico o sottoglottico) e/o della trachea cervicale o toracica. Esse sono all'origine di una disfonia per le stenosi glottiche che coinvolgono la commissura anteriore o di una dispnea rumorosa (stridore) per altre localizzazioni. L'obiettivo della gestione, in quest'ultimo caso, è evitare una tracheotomia o poter svezzare il paziente dalla cannula, se è già tracheotomizzato durante la gestione. La decannulazione è, allora, il criterio del successo del trattamento. Le eziologie della stenosi laringotracheali sono molteplici, il più delle volte iatrogene, in particolare postintubazione orotracheale o posttracheotomia, ma anche le cause autoimmuni e idiopatiche sono molto rappresentate. La gestione è spesso chirurgica, per via endoscopica o esterna. Le diverse tecniche e il loro posto nella gestione non sono affrontati qui, in quanto sono oggetto di un articolo dedicato. Le indicazioni terapeutiche si basano su una valutazione precisa non solo della stenosi, ma anche delle comorbilità associate. La prevenzione delle stenosi laringotracheali, laddove possibile, deve essere sempre presa in considerazione.



Cancri della cavità orale

Publication date: February 2019

Source: EMC - Otorinolaringoiatria, Volume 18, Issue 1

Author(s): M. Menard, J. Rodriguez, C. Hoffmann, S. Hans, A. Villeneuve, P. Halimi

I cancri della cavità orale rappresentano circa un terzo dei tumori maligni delle vie aerodigestive superiori (VADS) e colpiscono, il più delle volte, la lingua mobile e il pavimento orale. Più del 90% di questi cancri è costituito da carcinomi epidermoidi. I principali fattori di rischio restano il tabacco e l'alcol. Una minoranza di questi cancri potrebbe essere correlata allo human papilloma virus (HPV), ma anche altri fattori sembrano essere coinvolti. Questi tumori possono, talvolta, svilupparsi su lesioni preesistenti, il cui monitoraggio è essenziale. La loro diagnosi è, generalmente, facile. Si basa, in tutti i casi, sullo studio istologico della biopsia. Ogni lesione sospetta, che persista da più di tre settimane, deve essere valutata da un oto-rino-laringoiatra (ORL). Il bilancio pretrattamento comprende un esame clinico completo ORL, una diagnostica per immagini (risonanza magnetica [RM], tomografia computerizzata [TC], tomografia a emissione di positroni [PET]) e un'endoscopia. I progressi nella diagnostica per immagini hanno migliorato l'affidabilità del bilancio di espansione. Questo bilancio mira a determinare lo stadio della malattia e l'operabilità del tumore. Gli approcci multidisciplinari con la riunione di consultazione pluridisciplinare (RCP) e prendendo in considerazione il paziente nella sua globalità hanno permesso di modulare le indicazioni terapeutiche. Il trattamento dei cancri del cavo orale è, innanzitutto, chirurgico. I tumori di stadio precoce (stadi I e II) sono spesso trattati chirurgicamente, per via transorale, poco invasiva e con buoni risultati, sia oncologici che funzionali. I tumori di stadio avanzato (stadi III e IV) richiedono l'associazione di diverse modalità terapeutiche. Il più delle volte, si tratta di una chirurgia primaria, ampia, con ricostruzione e radioterapia postoperatoria, associata a una chemioterapia concomitante per tumori ad alto rischio di recidiva. La radiochemioterapia di prima intenzione è riservata, piuttosto, ai tumori non resecabili, ai pazienti inoperabili o ai pazienti che rifiutano una chirurgia pesante e le sue sequele. Nonostante innegabili progressi nella gestione di questi pazienti, la sopravvivenza è progredita poco, contrariamente alla qualità di vita. La prognosi di questi cancri dipende principalmente dallo stadio al momento della diagnosi. La qualità della resezione chirurgica, la presenza di metastasi linfonodali e l'esistenza di fattori istologici negativi costituiscono i principali fattori prognostici, ma anche lo stato generale e le comorbilità influenzano la sopravvivenza e la qualità di vita dopo il trattamento. Il monitoraggio posttrattamento è essenziale, con l'obiettivo di individuare una recidiva locale e/o regionale, ma anche una seconda localizzazione, la cui insorgenza (2-7% all'anno) influisce direttamente sulla sopravvivenza di questi pazienti. La prosecuzione della lotta contro il tabagismo e l'alcolismo rimane il modo migliore per ridurre l'incidenza dei cancri del cavo orale.



Imaging dell'orecchio medio normale e patologico

Publication date: February 2019

Source: EMC - Otorinolaringoiatria, Volume 18, Issue 1

Author(s): A. Lacan

La diagnostica per immagini in sezione occupa, oggi, un posto preponderante nel bilancio anatomico e patologico dell'orecchio medio. Dopo aver rivisto l'anatomia radiologica dell'orecchio medio, questo articolo presenta le diverse tecniche di diagnostica per immagini con le diverse elaborazioni di immagini e ricostruzioni tridimensionali (3D) possibili, nonché le loro rispettive indicazioni. La risonanza magnetica (RM) e la TC hanno un ruolo complementare nella caratterizzazione e nel bilancio di estensione delle patologie dell'orecchio medio. Per quanto riguarda la patologia infiammatoria, la TC permette di differenziare le otiti colesteatomatose dalle otiti non colesteatomatose, di ricercarne le complicanze e di ricercare i segni di timpanosclerosi. La RM conferma la diagnosi di colesteatoma in caso di dubbio alla TC. La TC e la risonanza magnetica svolgono un ruolo importante nel bilancio delle orecchie infiammatorie operate. Per quanto riguarda l'otosclerosi, la TC è utile nel bilancio diagnostico, nello screening di eventuali modificazioni anatomiche che porterebbero a difficoltà operatorie, nell'eliminazione delle diagnosi differenziali e nel bilancio delle complicanze postoperatorie. La TC ha anche un posto importante nella patologia traumatica. La RM consente la caratterizzazione tissutale di un'opacità e interviene, in particolare, nella diagnosi delle patologie tumorali e delle brecce del tegmen.



Cancro dell'esofago cervicale

Publication date: June 2018

Source: EMC - Otorinolaringoiatria, Volume 17, Issue 4

Author(s): O. Vella, M. Hitier, E. Babin

Il cancro dell'esofago cervicale è un raro tumore delle vie aerodigestive superiori. Si tratta di un carcinoma epidermoide nel 90% dei casi. I principali fattori di rischio sono il consumo eccessivo di alcol e tabacco. La sua prognosi è globalmente infausta a causa della sua scoperta spesso tardiva, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni vicino al 30%. Questa prognosi tende a migliorare con le nuove modalità di diagnostica per immagini che ottimizzano il bilancio diagnostico e terapeutico. Il bilancio iniziale deve essere preciso, perché condiziona la gestione terapeutica. Il trattamento dei tumori dell'esofago cervicale è rappresentato essenzialmente dalla radiochemioterapia concomitante e dalla chirurgia, le cui indicazioni sono ancora controverse. La chirurgia resta un trattamento mutilante dal punto di vista del sacrificio laringeo, ma efficace e necessario in una situazione di recupero. La radiochemioterapia è sempre più proposta in prima intenzione. Essa resta associata a numerose complicanze e comorbilità ed espone a difficoltà per la diagnosi di una recidiva locale. Sono state sviluppate numerose tecniche endoscopiche, volte o a resecare la lesione o a migliorare la qualità di vita dei pazienti allo stadio palliativo.



Disfonia del bambino

Publication date: June 2018

Source: EMC - Otorinolaringoiatria, Volume 17, Issue 4

Author(s): P. Fayoux

La disfonia è un sintomo molto frequente nel bambino e spesso trascurato. Essa può, tuttavia, essere disabilitante, con una ripercussione scolastica o sociale. La gestione della disfonia del bambino richiede una buona conoscenza delle fasi di sviluppo delle strutture cordali, la cui maturazione avviene fino a dopo la mutazione puberale. È anche necessario conoscere i livelli delle prestazioni vocali per ogni fascia d'età. Le eziologie sono molteplici, raggruppando patologie congenite e acquisite. Benché la patologia nodulare, legata al malmenage vocale, sia la principale causa di disfonia nel bambino, è necessario escludere una papillomatosi laringea, tenuto conto del rischio evolutivo di questa lesione. La valutazione della disfonia è spesso difficile nel bambino e si basa, prima di tutto, sull'anamnesi e sulla valutazione percettiva della voce. Al di fuori della frequenza fondamentale, gli altri parametri dell'analisi spettrale sono poco utilizzati nel bambino. L'esame clinico deve valutare l'insieme dei risonatori, così come la morfologia e la motricità del piano glottico. Per fare ciò, la fibroscopia appare l'esame più appropriato nel bambino piccolo. La stroboscopia è un esame importante che permette di identificare anomalie dell'ondulazione mucosa. La gestione si basa, prima di tutto, sulle regole di igiene vocale. Se necessario, può essere discusso un trattamento medico in caso di fattori aggravanti, come reflusso gastroesofageo, allergia, infezioni respiratorie o tosse cronica. Nelle forme croniche sintomatiche, deve essere instaurata una rieducazione logopedica. Il posto del trattamento chirurgico resta modesto e riguarda principalmente le lesioni malformative. Nella patologia funzionale acquisita, il trattamento chirurgico può essere discusso nelle forme invalidanti che non rispondono alla gestione logopedica e, generalmente, dopo i 10 anni di età.



Traumi del volto e principi fondamentali di chirurgia

Publication date: June 2018

Source: EMC - Otorinolaringoiatria, Volume 17, Issue 4

Author(s): P. Haen, M. Arnaud, J. Gagé, S. Laversanne

I traumi del volto sono molto frequenti e le loro presentazioni cliniche sono varie: frattura della mandibola, del massiccio facciale, delle pareti dell'orbita e dello zigomo o, ancora, ferite del volto. La gestione deve essere ben codificata. Essa inizia con la ricerca e il trattamento di un eventuale distress vitale: controllo delle emorragie, liberazione delle vie aeree superiori e ricerca e trattamento di una lesione neurochirurgica associata. Prosegue con un esame clinico sistematico, integrato, se necessario, da un bilancio radiologico, il più delle volte con tomografia computerizzata. Il trattamento specifico delle lesioni ha un duplice scopo: riabilitazione funzionale e riabilitazione estetica. Dopo il richiamo delle nozioni anatomiche e di biomeccanica, vengono esposti i principi fondamentali di gestione del traumatizzato facciale: esame clinico, bilancio radiologico, mezzi terapeutici e indicazioni.



Fratture della rocca

Publication date: June 2018

Source: EMC - Otorinolaringoiatria, Volume 17, Issue 4

Author(s): M. Montava, F. Salburgo, L. Jaloux, A. Alshukry, A. Varoquaux, J.-P. Lavieille

Frequenti e gravi, le fratture della rocca da trauma cranico fanno parte delle fratture della base del cranio. Le loro cause sono principalmente gli incidenti stradali, ma le eziologie si sono evolute nel tempo e sono variabili in base all'età. La gravità delle fratture della rocca è correlata non solo alle lesioni degli elementi sensoriali, nervosi, vascolari e ossei contenuti nell'osso temporale, ma anche alle lesioni regionali e intracraniche associate. La frattura della rocca è sinonimo di trauma cranico grave. I pazienti presentano spesso lesioni multiple di diversa gravità, ed è essenziale non limitarsi alla classificazione della frattura. La prognosi iniziale è neurochirurgica, a causa della presenza di lesioni intracraniche. Una buona valutazione e una gestione adeguata dei pazienti con frattura temporale richiedono una buona cooperazione tra specialisti. Il bilancio clinico oto-rino-laringoiatrico e radiologico mediante tomografia computerizzata ad alta risoluzione delle rocche deve essere quanto più precoce possibile per migliorare l'esito funzionale a lungo termine. La gestione iniziale riguarda le lesioni del nervo faciale, le perdite di liquido cerebrospinale, le lesioni vascolari e le lesioni cocleovestibolari. La qualità di vita del paziente può essere influenzata principalmente in caso di lesione del nervo faciale o dell'organo cocleovestibolare. La prognosi quoad vitam dei pazienti può anche essere impegnata secondariamente da alcune complicanze, tra cui meningiti, meningocele, encefalocele e colesteatomi, giustificando un follow-up a lungo termine di questi pazienti.



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